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Il filosofo francescano, il "Venerabilis Inceptor", che vive la stagione dello scontro politico e dottrinario tra i papi di Avignone e l'imperatore Ludovico il Bavaro, affronta l'annoso e controverso problema del rapporto tra Stato e Chiesa con il chiaro intento di introdurre nuovi elementi di riflessione: la povertà come solidarietà, l'equità naturale, la legge evangelica, il diritto naturale e la libertà individuale fanno organicamente parte di una filosofia politica che non si limita a criticare la pienezza del potere papale e a legittimare la piena autonomia del potere regio o imperiale, ma insiste sulla necessità di soddisfare istanze soggettive e comunitarie.